Ci sono giorni che ti guardi intorno, come smarrito. Sei in attesa di qualcosa o qualcuno, in attesa che accada quel dato evento che sblocchi uno stallo, che solo tu percepisci. È come una strana inquietudine che ti pervade fino alle viscere, rendendoti sensibile all’eccesso, irrequieto e volubile.
Uno stop galattico al quale fermarsi attorniato da un crocevia di stelle. Come adesso, che sto qui a scriverne, non so come reagire e allora mi dico “scrivine che poi passa”. Si l’unica è rovesciare gli orli del pensiero, scuotere le braccia, leggere e leggere, cercare e se nulla muta, fermarsi e aspettare.
Non che mi sia mosso. Sono fermo e vi faccio compagnia. Sono in attesa di una circostanza capace di ribaltare la prospettiva.