Note del primo giorno (18 luglio)
L’aereo per Vienna è previsto al pomeriggio alle 17.40, con calma facciamo le valigie, già con l’impegno a non dimenticare niente (ma io lascerò a casa il kway).
Arriviamo a Malpensa con le 2 ore canoniche di anticipo, ma una volta al check in, scopriamo che il volo è stato annullato e dovremo prendere il successivo delle 20.
Inganniamo l’attesa in qualche modo, ma il pensiero è già alle camminate e alla vista di nuovi luoghi, insieme.
La partenza è regolare, giungiamo a destinazione alle 21.15, un taxi ci lascia a destinazione intorno alle 22. A casa ci aspetta una amica della padrona di casa, per accoglierci. È notte, siamo stanchi, ma emozionati.
Ci prepariamo una bella pasta al tonno e iniziamo a sorridere, lasciando un pezzo di quotidiana routine alle spalle.
Note del secondo giorno (19 luglio)
Dedichiamo la mattina a far la spesa, raggiungendo a piedi il Natsch mark. Primo approccio di conoscenza delle vie che diverranno familiari, delle distanze che le nostre gambe potranno sostenere.
La calca è incredibile, col passeggino abbiamo difficoltà in più punti, ma riusciamo a prendere qua e là ciò che serve. Odori e colori in una giornata assolata, ci sembra un buon inizio.
Pranziamo in casa, godendoci le stanze colme di luce, e il calore. Nei giorni successivi il tempo diverrà variabile come costante della vacanza.
Dopo il giusto riposo, ci dirigiamo verso i giardini dello Schloss schonbrunn, spaziosi viali dove far avanzare piedi e minuti finalmente liberi.
Al termine del piano la fontana del
Neptunbrunnen, dove approfittiamo di una sosta.
Si apre quindi una bella salita (con relativa spinta di passeggino), verso il monumento della Gloriette, dal quale si gode una vista sulla città capace di assorbire il fiatone e regalare il piacere del qui ora.
Segue una discesa in mezzo ad altri viali, stavolta tra gli alberi, e attraversiamo anche una sorta di piccolo bosco.
Era tardi e non abbiamo avuto il tempo di entrare nel labirinto di siepi, dove il fanciullo avrebbe potuto divertirsi. Non ci torneremo più, rimane uno dei pretesti per tornare.
Note del terzo giorno (20 luglio)
Ci rechiamo verso il centro dove ci aspetta lo Stephansdom (capolavoro gotico), al cui interno non possiamo spingerci oltre un certo limite, da lì a poco sarebbe cominciata la messa.
Ben altra fortuna abbiamo con la
Torre meridionale della cattedrale (343 gradini e ben 136 metri), io e il fanciullo ci armiamo di pazienza e i 343 gradini ce li facciamo tutti, per goderci la splendida vista dall’alto. Tira vento lassù e nel piccolo angolo souvenir, capita che cada a terra un intero porta cartoline.
Continuiamo il nostro giro per le stradine adiacenti, che divengono man mano che ci addentriamo, più silenziose, Blutgasse, Domgasse e Grunangergasse, in mezzo alle quali ci concediamo una pausa pranzo in uno dei locali in zona (dopo aver evitato il greck… che non aveva voglia di accoglierci, sospettiamo perché abbiamo chiesto di poter far rimanere la bimba col passeggino accanto al tavolo).
In Singerstrasse entro dentro una chiesetta, la Deutschordenskirche, che mi colpisce per la varietà di colori e per le colonne tortili.
Ci spostiamo verso lo Stadtpark, siamo nel pieno del pomeriggio e ci concediamo mezz’ora stesi sul prato a godere del fresco degli alberi.
Da qui al MAK (Museum fur angewandte kunst), il passo è breve. Si tratta di una raccolta di oggetti piuttosto eterogenei, provenienti da tutto il mondo, da ceramiche a tappeti, da credenze alle sedie, attraverso diverse epoche, fino all’architettura e design contemporaneo. Molto interessanti alcune delle produzioni legate alla Secessione.
Si torna indietro (fermata del metro Herrengasse) per una occhiata veloce della Minoritenkirche, che scopriamo ospitare una congregazione italiana: si tiene infatti un corso di lingua italiana per bambini della scuola media inferiore e superiore, nonché un coro amatoriale. Notevole e rassicurante, pensando a chi arrivasse da italiano qui magari con figli o anche per superare la solitudine.
Non contenti (sono le 20.30 passate), ci muoviamo in direzione Hofburg, passeggiando con lentezza tra le statue dei due re, quindi davanti alla biblioteca nazionale, fino a Michelerplatz, e ancora davanti all’Albertina.
Le scorribande terminano con la cena, al Franz (piacevole sorpresa dopo che l’Ubl segnalato dalla guida era chiuso per ferie), con un bell’acquazzone estivo a riaccompagnarci a casa.
Minoritenkirche (gotico) on Minoritenplatz
Stadtpark
MAK (Museum fur angewandte kunst)