Appunti del quarto giorno (21 luglio)
L’idea era di vedere il Josephinum e il Pathologisch-Anatomisches Bundesmuseum, ma abbiamo scoperto che aprono due volte a settimana (venerdì e sabato il primo, mercoledì e sabato mattina ol secondo) nessuna delle due volte era oggi.
Ci siamo ‘accontentati’ di vedere l’Altes AKH, un bel campus universitario nella quale si respira l’aria di una città nella città. Dentro c’era pure un parco per i bambini e alcuni locali dove pranzare. Se doveste fermarvi a pranzo e non hanno il menu in inglese, fatevi spiegare bene quello che vi porteranno, per ridurre al minimo le sorprese.
Un attimo di pausa in un cafe in Spitalgasse, dove l’invito a entrare era irresistibile
A questo punto, un museo ci stava, abbiamo scelto il Naturhistoriches museum, zeppo di animali, rocce, insetti, pietre, evoluzione, davvero interessante e ospitato in uno dei tantissimi splendidi palazzi che Vienna possiede. Personalmente sono rimasto colpito dal Dodo ormai estinto (e dell’albero a lui legato) e dal bucero (il maschio protegge la femmina chiudendola nel tronco di un albero ad eccezione per il becco per alimentarla…l’unica cosa che veniva ipotizzata era il pericolo che il maschio fosse ucciso condannando così anche la femmina e i piccoli)
Appunti del quinto giorno (22 luglio)
In libera uscita, ci siamo recati verso la Hunderwasser house, sicuramente di impatto e trasgressiva rispetto all’eleganza e all’armonia che regna ovunque in città. A parer mio, la cosa interessante è che ci vive, si trova in affitto, il palazzo è patrimonio comunale, davvero niente male.
In zona, del nostro, c’è anche il Kunsthauswien (noi ci siamo limitati a fare un giro all’interno senza però visitare la mostra) e altre tracce. Ho percepito però la necessità di non alimentare derive eccessivamente di consumo e idolatria, forse autoreferenziali?
Abbiamo proseguito passeggiando sul Danubio, per poi fermarci per una pausa panino (ed evitare di prendere in pieno l’acquazzone che è seguito)
Abbiamo concluso il pomeriggio con la visita al Mumok (museo d’arte contemporanea). La struttura è davvero impressionante, la mostra che abbiamo trovato personalmente ci ha lasciato molto perplessi, va bene il minimalismo, ma se non suscita emozioni, qualche dubbio ai curatori dovrebbe pur venire (e sul libro degli ospiti c’erano diversi commenti negativi)
Per chiudere in bellezza, abbiamo attraversato il giardino accanto all’Hofburg (Burggarten)
per raggiungere l’Helmut-zilk-platz (di fronte all’Albertina) dove c’è un monumento contro la guerra e il nazismo, impressionante.
Prima di rientrare, passaggio davanti al palazzo della Sezession, che un tempo si riusciva ad avviare percorsi duraturi (oggi la comunicazione globale brucia tutto in un attimo)