Per caso, durante le feste, il reclusorio del lume
Durante le feste di natale, più volte mi sono trovato, per scendere in centro, a parcheggiare in una via brutta, con dei brutti portici, vicino alla Chiesa di San Domenico e a un bar epico della mia giovineza ormai chiuso: via Reclusorio del Lume. Una via dove ricordavo ci fosse una sede dell’Accademia delle belle arti di Catania. Uso l’imperfetto perché appunto la sede è stata trasferita da via Reclusorio del Lume a via Barletta. L’ho scoperto cercando in internet, e se siete curiosi, lo annunciava, in questo post, a fine 2016, il presidente di consulta dell’Accademia. E c’era pure una foto di Roberto Montalbano, allievo e fotografo dell’Accademia, che immortalava per i posteri la targa che segnalava la presenza della sede dell’Accademia.
Viva la toponomastica
Se c’è qualcosa che amo di Catania, è la sua toponomastica. I nomi delle vie sono scrigni che a volercisi perdere dentro, si è i benvenuti.
Appunto, durante le feste, via Reclusorio del Lume mi è entrata nella testa. Mi domandavo: cosa è il Reclusorio del Lume? a cosa si fa riferimento? E internet aiuta ancora: basta cercare su un motore di ricerca e qualcosa esce fuori.
Io ho trovato un articolo, tratto da uno dei numeri della rivistra Incontri.
Un articolo davvero molto interessante (scarica qui) che appunto svela cosa fosse il Reclusorio del Lume, anzi il Conservatorio (o Reclusorio) sotto titolo di Maria SSma del Lume, quale era il suo titolo originario.
Si trattava di un ente assistenziale che ospitava donne giovani, per lo più vagabonde che vivevano di elemosina, e che l’ente si proponeva di recuperare. Il reclusorio, all’epoca della sua costruzione ed espansione, era ideale in quanto ad ubicazione. Si trovava cicino al centro cittadino, aveva attorno campagna, potendo così assicurare un ambiente idoneo a non esporre le convittrici a “tentazioni” o ad essere adescate alla prostituzione.
L’articolo indica che la via Reclusorio del Lume fosse prima una strada di campagna che risaliva in pendenza e che successivamente fu allargata con il ribassamento del piano stradale. Il Reclusorio era cinto a levante da un muro di clausura, oltre il quale si apriva una corte. L’intervento di ribassamento mise a nudo le fondamenta del muro e ne compromise la stabilità. Di fronte al muro si trovavano delle case a piano terra, ancora oggi visibili su un muro di contenimento, e raggiungibili appunto mediante una rampa di scale.
Secoli fa? No
Di certo la nascita del Reclusorio del Lume affonda in qualche secolo indietro, presumibilmente a partire dalla fine del 1500, e da lì in poi l’espansione dello stesso continua con l’acquisizione di case e terreni circostanti attraverso donazioni che l’ente riceve da benefattori, le ultime nel 1861. Fu anche necessario ricostruire il prospetto del Reclusorio che si affacciava su via Maddalena, a seguito del ribassamento del piano stradale. Nel 1925 la via Reclusorio del Lume, fino ad allora un vicolo, fu prolungata e aperta su via San Clemente.
Le fabbriche del Reclusorio furono poi demolite durante gli anni ’70 (del 900) e al suo posto fu costruito un edificio a più piani con portici, quello che attualmente conosciamo.
L’articolo è davvero illuminante e disegna una città inedita, fa immaginare e venir voglia di fare un viaggio nel tempo, per andare a scrutare una città diversa. Si tratta di storia recentissima, a ben pensarci.