Pomeriggi così non capitano tutti i giorni.
Vorrebbe piovere, le avvisaglie sono chiare, il vento soffia a raffiche e l’aria è gonfia di elettricità.
E tu non puoi farci niente.
Ti senti addosso quelle nuvole scure, fai parte della circostanza.
Irritabile e irritato, aspetti.
Pioverà, adesso pioverà, non può che accadere, ed ecco qualche goccia scendere, finalmente.
Tutto si ferma lì, però.
Gocce, tracce sul vetro e poi basta.
Aspetti. Non succede niente, uno stato sospeso, inmenso, che si trasforma in notte.
E lì impari ad aspettare.
Fino al giorno dopo.