Sì, notte adesso, quasi mezzanotte.
E mia figlia, stanchissima, non accenna a voler dormire.
Piuttosto prende libri su libri e li sfoglia, rassegnata.
Arriverà la mamma e solo allora potrà riposare.
Non ho giudizio.
Lascio che la notte faccia il suo corso.
Sono sdraiato nel letto e sento da una stanza all’altra le pagine lentamente sfogliate, come in una danza.
Non so oggi perché ci sia del blu o del giallo.
Notte strana, come tante, piene di rivoli, ma senza sogni, non accade quasi mai.
Poi d’improvviso, la piccola, sfinita, viene accanto, poggia la testa sul cuscino, chiede di essere coperta, e nel giro di pochi minuti si compie il miracolo del sonno, nel quale la paura si lascia alle spalle, come quando il singhiozzo passa, passa un dolore.
Ormai notte, quasi domani.