Earht Hotel è un viaggio.
Un viaggio attraverso piani, con un sopra e un sotto, ma anche un prima e un dopo. Ci incontri ricordi, di tempi andati, e desideri.
Ci trovi odori e pezzi di te. Incitazioni e lingue stran(ier)e, i secoli andati e quelli da venire.
E poi pazzia e figli, le due cose non necessariamente disgiunte. E un mare di amore, dove perdersi, e ancora per salvarsi da sé.
Melodie, arrangiamenti, bassi e straniamenti che ti entrano nello stomaco e non mollano la presa, fino alla fine, in una galoppata, con tempi diversi, ritmi diversi, carezze e pugni e sapidi sorrisi.
Io lo consiglio con forza, ma ci vuole apertura, perché Benvegnù scrive a modo suo, con immagini che si susseguono nella mente fino al momento in cui sembra stia parlando di te.
E dalla sua voce si capisce che ci crede, che ha fede, che lavora, ovvero canta con l’idea di raggiungere il limite, quello di una perfezione mai fine a se stessa, una perfezione che ha bisogno ogni volta di una nuova prova, di una verifica ancora, l’ultima che non sarà mai la sola.
Ve lo consiglio, dopo il viaggio vi mancherà, questo albergo dalle stanze immense e dolci.
🙂 capolavoro…in mezzo ai peluche
bacio sole
Eh si. Un album…familiare 😀