Misticanza

Quanto ha corso il respiro
in questi mesi sbiechi,
mai così sporco il calendario,
dove giorni rossi
non sempre erano festivi,
piuttosto uguali gli uni
con gli altri.

E allora,
abbiamo preso le distanze,
imparando il metro,
infinitesima porzione di meridiano,
in quello tra noi balena
un salto ad occhi chiusi,
imbavagliate le labbra,
ma non i desideri
(che non si serrano),
non i nudi piedi
(che fremono),
non la lingua
(che batte, pensa e ripensa).

Qui siamo oggi,
forse spicchi di arance matte,
d’ippocastano frutti,
spinosi,
resistenti al vento,
quanta tentazione nella gravità,
un magico sortilegio ci sussurra la terra,
trema dentro di noi il bisogno,
soccorrere il vuoto col pieno
(del sogno),
piacersi davanti allo specchio,
(non più onnivoro il giudizio),
sapere di bellezza e non altro.

All’estremo,
non rimane che il presente.
Le nostre parole (che belle),
un pensiero da scrivere,
una riflessione ferma,
senza che le dita abbiano
a scivolarci sopra.

Qui siamo oggi.

Photo by Anna Auza on Unsplash

1 Comment

  1. Antonietta says: Rispondi

    Mi piace assaporare questa misticanza!

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