La figura di Van Gogh l’ho incontrata per la prima volta, in un libro di medicina. Per essere più precisi, in un libro che mio padre aveva ricevuto in regalo. Il titolo emblematico: Pazienti Illustrissimi, di Luciano Sterpellone. Tra questi, vi era appunto Van Gogh, del quale, oltre all’essere un artista straordinario, la caratteristica più nota (e più facile) è che fosse pazzo.
Nel libro, per esempio, si ipotizza che Van Gogh potesse soffrire di intossicazione da digitale, con la quale veniva curato per l’epilessia, intossicazione che annovera tra le sue conseguenze sulla persona, anche alterazione della vista, con la percezione di un alone giallo attorno agli oggetti nel campo visivo. Certamente, se avete a mente qualcuno dei suoi quadri, il giallo abbonda.
Il libro si trova ancora in vendita, da cercare, ma per chi sta a Milano, può prenderlo in prestito in biblioteca (qui link al catalogo online)
Musica
Più di recente, e da qui la citazione di questo post, Van Gogh è il soggetto della canzone Mica Van Gogh di Caparezza, tratta dall’album Museica. E’ un inno straordinario alla vita, comparando quella dell’artista con quella di persona qualunque di oggi. Un elenco fitto delle azioni o qualità di Van Gogh che, nel confronto, fanno spostare il dubbio su chi sia effettivamente pazzo. Io la trovo una canzone meravigliosa, potente, invito chi di voi non la conosca, ad ascoltarla. E anzi, mentre che ci siete, l’album ascoltatelo tutto, magari comprandolo in un negozio di musica vero.
Museo con Van Gogh
L’appuntamento con quest’uomo e la sua arte non è stato saltuario. Nell’estate del 2009, le vacanze le abbiamo trascorse in Olanda, e nel nostro viaggio, su suggerimento di amici, abbiamo visitato il Kröller-Müller Museum, situato all’interno del parco nazionale De Hoge Veluwe. Ho dei ricordi frammentari, Elio aveva poco più di un anno e ci mise del suo per rendere la visita irripetibile, ma tutti venati da molta luce e bellezza. Il museo contiene molte opere di Van Gogh e consiglio la visita, ne vale la pena.
Altro libro
Da anni desideravo leggere le lettere di Van Gogh al fratello Theo, ma non c’era stata occasione. Sull’account della biblioteca avevo salvato anche un paio di titoli. Come spesso accade, però, l’esperienza ti fa cogliere il momento: a metà maggio del 2021, andando in biblioteca di persona, ho visto esposto il volume che vedete il foto. Titolo: VAN GOGH – L’autobiografia mai scritta, di Marco Goldin. Un nuovo arrivo, che non era lì a caso, l’ho preso in prestito. Sono quasi 700 pagine, ma non fatevi spaventare. E’ un viaggio straordinario nel quale mi sono immerso con calma. Per chi volesse prenderlo in prestito a Milano, attualmente ci sono 6 copie (qui link al catalogo online delle biblioteche milanesi).
L’autore ci accompagna nella vita di Vincent Williem Van Gogh (se volete leggerne, c’è anche il link a Wikipedia), a partire da quel 30 marzo 1953, data della sua nascita. Anzi ancor prima, dal 30 marzo 1952, quando esattamente un anno prima, era nato Vincent Van Gogh, nato morto. Tutto comincia da questo doppio, del quale il nostro Vincent vivente sapeva, essendo la tomba del fratello nel cimitero del paesino dove il padre faceva il pastore nella chiesa locale.
Esistenza di Van Gogh
E da lì si snodano i dettagli di una esistenza, attraverso riflessioni e le tantissime lettere al fratello, qui riportate in toto o in stralci significativi. Una esistenza fatta di viaggi fisici, tantissimi, che lo hanno portato a vivere in 37 case diverse, e tantissimo pensiero. E ancora, una esistenza alla ricerca del proprio scopo, con la metrica del fallimento al quale rapportarsi. Una vita vissuta in preparazione al suo diventare artista, all’età di 27 anni. Nei dieci anni successivi, Van Gogh bruciava le -tappe della pittura, e moriva a 37 anni, dopo essersi sparato.
Il libro non l’ho ancora terminato, sono a pagina 280, ho bisogno di tempo per terminarlo. Ho quindi deciso: oggi (26 giugno 2021) lo riconsegnerò al prestito, per riprenderlo tra qualche giorno e avere altri due mesi davanti.