Oggi che scrivo è Pasquetta, lunedì 5 aprile 2021. La pubblicazione sarà dopo la metà di aprile, ma non è importante quello, quanto mettere in parole le emozioni del momento. Fermare per qualche istante i pensieri. Ecco perché scrivere, scavare il tempo, rendergli pan per focaccia.
Rifletto ancora sulla notizia che ci era giunta ieri mattina. La morte di Maurizio Principato. Chi è, direte voi? Ebbene, era una delle voci di Radio Popolare. Una delle tante voci che rendono questa radio, unica. Maurizio, però, era una compagnia speciale.
Fino a che la pandemia iniziasse, quindi fino alla fine del 2019, le prove di teatro le facevamo al martedì, e terminavamo sempre intorno alle 23.30 e oltre. Il tempo di avere un passaggio alla macchina, era mezzanotte abbondante, e poi gli ultimi 10 minuti fino a casa. Ecco, era in quella fascia oraria, che d’abitudine ascoltavo Maurizio Principato. Parlava di musica, ma anche di fumetti, e di tantissime altre cose. E aveva una voce molto gentile, vibrava di curiosità e amore per le cose che raccontava, di più: passione. E capitava che una volta parcheggiata la macchina, aspettassi che terminasse di parlare. Lui parlava, ti raccontava, e ti sembrava di ascoltare un amico. Ci sono persone che ti sono amiche, anche se non vi siete mai conosciuti.
La trasmissione in questione è (era…) Stile Libero, qui trovate il link al podcast sul sito della radio. Ci sono andato ieri e anche oggi. Devo dirlo: mi fa impressione pensare di poter ascoltare la sua voce in una registrazione e lui non è più qui, insieme su questa terra, a respirare e combattere. E a dirla lunga, ancora più impressione mi ha fatto vedere che l’ultimo podcast risale al 10 marzo 2021. L’ho letto poi in rete, il giorno dopo di quella trasmissione, Maurizio ha avuto un brutto incidente in bicicletta, e da allora non se ne è più saputo niente, fino a quel tragico ieri.
Niente. Davvero, niente che si possa dire, se non il silenzio. E stare attenti, sempre attenti, al cuore, al corpo, all’anima.
Foto di Claudia Iam da Unsplash.