Questa foto l’ho presa da internet.
E’ una foto del petrolchimico di Priolo. Niente che io condivida, la Sicilia è così bella che potrebbe vivere di turismo, ma la storia ci ha insegnato altro.
Ad ogni modo, lo stabilimento di notte è affascinante a suo modo, sembra di stare in Blade Runner, con tutte quelle luci e quegli sbuffi di chimica.
Priolo mi è venuto in mente ieri sera, mentre assistevo con la mia compagna al concerto di Paolo Benvegnù, alla Santeria in via Paladini, per la presentazione del suo nuovo disco H3+.
C’era infatti al concerto una mamma con un bimbo tanto piccolo, doveva avere poche settimane al massimo. Lei cantava e intanto tamburellava con le dita sulla tutina del bimbo, che col suo ciuccio si godeva teneramente il ritmo, felice nel suo sonno piccino.
E quella vista mi ha rimandato a quando, insieme alla mia compagna, con il piccolo di appena 2 mesi, andammo in agosto proprio a Priolo ad ascoltare un concerto di Paolo Benvegnù, e quella stessa sera suonava anche Mauro Ermanno Giovanardi.
Sono passati quasi 9 anni, ma quella sera è stampata nei nostri cuori. Un viaggio in macchina piuttosto lungo, Elio così piccola e con la musica ad alto volume, pensavamo che potesse disturbarlo, insomma ansie da neo genitori.
Il piccolo è adesso è un bel ragazzotto e ama la musica. Benvegnù lo ascolta in macchina spesso e chissà, presto verrà con noi ad un suo prossimo concerto.
Visivamente, poi, un rimando alle luci da città artificiale, per contrasto, l’ho avuta dai bulbi che scintillavano nella stanza ove si teneva il concerto. C’era calore con l’inverno ancora qui. Lì le luci erano fredde in pieno agosto.
E non potevo non mostrarvi la faccia di Paolo, quella sera. Che poi lo beccammo ad un baracchino di panini, giusto accanto a dove si teneva il concerto, e non potete immaginare il suo stupore nel pensarci lì al concerto, con il bambino, noi che venivamo da Milano, e addirittura ascoltarlo a Priolo.
Ieri sera gli abbiamo ricordato di questo episodio, lui era sinceramente commosso. E ancora di più a chiudere il cerchio il fatto che abbia da poco avuto una bambina, e lui che ce lo svelava. Poco altro in effetti da dire, se non che era bello scoprirsi in fondo così simili. Senza dimenticare che ieri sera, avevo accanto Alessandro Cremonesi e poco sotto al palco scorgo Cesare Malfatti, a voce alta l’ho detto, mancava solo Giò (il Giovanardi di cui sopra), quei La Crus che sono stati fautori di molti sentimenti e pezzi della nostra vita.
I figli alla fine sono un fattor comune. Nascono dall’amore e ci fanno innamorare, si innamoreranno.
Riempiono le nostre vite e noi a nostra volta l’abbiamo fatto coi nostri genitori.
E la musica è sempre lì a farci compagnia, a farci cantare, felici, trasportati per minuti in immagini fortissime.