Lo è quasi sempre.
L’amore nei suoi (ris)volti, il lavoro coi suoi obiettivi, la famiglia con i suoi riti del mattino e della sera, lo svago spesso rubato che diventa uno dei tanti sabati del villaggio.
La velocità dunque percepita e sofferta, che poi a volerci pensare con lucidità, sarà questione di attimi, e spesso l’ansia a lungo attesa si scioglierà nei riflessi di un tramonto.
Ma la lucidità non ha niente a che vedere col tempo, è una astrazione che spesso sfugge ai buoni propositi.
Ciò non toglie che si deve provare, riscoprire il nostro bambino interiore, nascosto lì in un angolino. Lui conosce la calma, la serenità, l’infinito, l’innato concetto di eternità.
Dai suoi occhi ripartire per un altro do viaggiare nel tempo (e di vivere).