Quando l’aria inonda
ogni puttusu
torna sui suoi passi
Il sangue che lento
scompare e si ritrae.
Le labbra cullano lamenti
nuddu i senti
nuddu sapi nenti di zoccu succiriu
nuddu voli ascutari
le labbra si serrano
non resta che attendere
piove e ancora piove
che neanche gli occhi ci stanno
nessuna ostentazione
il livore cede il passo
dormire, ecco, servirebbe
non tenere più le zavorre
lasciare le forme adattarsi
alla linea dell’intestino
tenue inclinazioni vacillano
tra le porte socchiusa
Nessuna sa niente
E in fondo
Poco me ne importa