La musica ha questa capacità di interagire con la mente e le circostanze del presente, suscitando emozioni.
In un ferragosto carico di energie nocive, siamo in macchina, in viaggio. La radio non funziona, ma abbiamo portato una cassa bluetooth. Nostro figlio fa da centro stella e sceglie i brani.
Inizia Museica di Caparezza ed è sempre un viaggio sorprendente, ma è l’ascolto di Mica Van Gogh a far palpitare l’anima. Sarà la lucentezza del sole siciliano o l’idea che Van Gogh, invece che ad Arles, potesse aver vissuto in mezzo ai nostri canpi, alla ricerca del colore che anche qui non ha nulla da invidiare, che mi rimanda alla lettura sulla vita di chi ha fatto dell’arte la ragione della sua esistenza.
La giornata si snoda con i suoi tempi e si riempie di leggerezza, ma non è nè oggetto di discussione, nè di interesse alcuno, dunque è il momento del ritorno.
Qui tre citazioni musicali che ugualmente inebriano:
- Bogotà di Colapesce. Una voce che riempie ogni angolo di quella casa vuota, che diventa la nostra, e non molla la presa. Dopo, rimane un solco umido e serve riprendere fiato.
- Agosto dei Perturbazione. Ha un senso, a distanza di 20 anni (era il 2002 appunto)? Si, perchè Ferragosto, tra tutte le festività, è quella che ferma il cuore di ogni cosa, rende il giorno di vacanza, già lento, un oblio. Nel mezzo di questa terra serve un balsamo che faccia da collante e riunisca le sconnesssioni.
- In this shirt degli (del) Ireepressibles. Qui è la chiosa di una estate piena di arte creativa, che ci ha visti assistere alla Sirenetta di Eco di fondo. Quella sera abbiamo vissuto l’incanto e nel bel mezzo c’era questa canzone a tessere l’immagine degli abissi che ghermiscono una delle persone in scena. Se dovessero capitare dalle vostre parti, non mancateli. Intanto ascoltate senza giudizio.
Io per adesso finisco qui e auguro buona estate.