Certi giorni iniziano con note stonate, che si spandono nell’interno cavo del corpo, risuonando malamente. E si rimane lì inerti, mentre quei suoni si aggrappano, si inerpicano violentemente su vene, capillari, interstizi, pleura, stomaco, intestino, testicoli e le viscere intere.
Una burrasca si riversa coi suoi marosi, bagnando di sale gli angoli della bocca, e io lì a galleggiare come una zattera alla deriva, senza che nulla si veda del cielo, solo nuvole e nuvole, all’orizzonte creste ondose in aumento.
Non che ci siano molte scelte, in questi casi lasciare che le sberle arrivino dirette, nell’alternanza di fumi acri che fanno tossire e accumuli sotto le unghie, palpebre di creta che si fermano a cercare la notte, altre sberle e rancori, pezzi di roccia incandescente di cui accorgersi solo alla fine.
Ci vuole tempo, altrimenti non c’è scampo. Ma uno questo dovrebbe saperlo già.
Foto di Torsten Dederichs da Unsplash
Emozione del 5 febbraio 2021 e di molti giorni passati e a venire
Già… è cosí…
ciao Antonietta, grazie del commento, mi ha fatto rileggere a distanza di ormai un mese quanto avevo scritto.
è stato prezioso, tornarci su…