Oggi che scrivo è il 10 gennaio 2021 e c’è un frenetico parlare di scuola, aperture, chiusure, numero di contagi, di Covid, che ormai è quasi un anno che siamo allo scoperto.
In quest’anno abbiamo vissuto e imparato molte cose, facendo errori poi corretti, ci siamo adattati, è soprattutto abbiamo osservato e riflettuto.
Quello che mi sento di dire: la scuola in presenza ha bisogno delle persone giovani e viceversa.
I nostri bambini e ragazzi attraversano questa età una volta sola, irripetibilmente. E dura così poco, ha le sue tappe così obbligate, in quelle tappe hanno bisogno di vedersi insieme agli altri, le finestre sui denti caduti reciprocamente, l’allegria ingenua, la spontaneità, la mensa per un pasto uguale per tutti, un pasto valido. Un tempo per essere seguiti, insieme, dalle loro maestre e maestri, insieme fare progressi, imparare a leggere, scrivere, fare di conto, somma e sottrazione, arrivare a 10, a 100, unità e decine.
E pensate alle medie, dove in quel breve salto di 3 anni, dal viso bambino, i volti, i corpi, cambiano prepotenti, e noi adulti siamo ancora così lontani da loro, e loro hanno bisogno dei loro prof, di quei compagni in rapido cambiamento, con la lingua che cambia, si spiglia, mentre le voci lasciano quel tono acuto e dolce dell’infanzia.
La scuola è giovane e la giovinezza va accompagnata dalla compagnia reciproca. In fondo sono congiunti, quasi. A casa sono piante, forse non tristi, ma inconsciamente alla ricerca del sole che li baci insieme.
La giovinezza ti ispira… parole molto poetiche e sentite! Buona domenica e buona scuola ai ragazzi!
eh sì! ogni età influenza 😀
un abbraccio, buona domenica
Claudio