Questa foto è del 16 febbraio 2020.
Non è più importante di tante altre, ma col senno di oggi segna un confine mentale, uno spartiacque e, cosa ancor più casuale, la locandina piccola oggi ancora campeggia sul cumulo disordinato di riviste, libri e altro da leggere, alla destra del mio letto.
Il gioco di parole inscritto nel nome della mostra mi aveva colpito all’epoca e ancora oggi mantiene intatta la sua potenza, lo straordinario trasporto è quello della trascendenza e per i partecipanti alle feste dove si utilizzano le macchine a spalla per una parte sarà certamente vero. Nel vedere la mostra, avrei sperato di trovare anche la festa di Sant’Agata, non è stato così, è nonostante ciò, me l’aveva rievocata con intensità.
E certo all’inizio di 2020 abbiamo vissuto uno straordinario trasporto, tra molte mostre e tante sollecitazioni fortissime, molte visive, che ci hanno colorito l’anima, abbeverandola per la siccità che è seguita.
Il frigorifero di notte parla
come di muta verità
che solo nel silenzio vive
chi vuoi che lo ascolti di notte?
I ragni?
L’albero di Natale a luci spente?
La caffettiera sazia di tufo?
Il frigorifero parla di notte
non ci accorgiamo,
come fanno i matti
quelli che si fermano improvvisi
l’hanno sentita
limpida la voce perdersi
in direzione del centro