Sgocciolando
dissemini i particolari,
tracci solchi di sabbia e asfalto,
ogni dubbio si fa fugace cavillo,
sortilegio del relativo metro,
umanamente fallibile, certo,
quantomeno sarebbe vile tacciarti
di noncuranza.
E allora via,
suggi dal fondo valle
sottili strisce di metallica brina,
ma sbilenco ti tradisce il riflesso,
tu permaloso volti le spalle,
fosti visto incamminarti accorato,
martire poco credibile,
financo ridicolo col mantello,
sulla via dei monti silvestri.
Non c’è esaltazione alcuna,
niente di eroico o epocale,
non paventi impazienza,
lungi da te ogni dogma,
aspetti così come fanno i più,
corteggi la noia a lungo
senza farne mistero,
è lì che ti sappiamo ancora,
dopo che noi si è lasciati
questa terra.
Testo sgorgato notturno il 22/12/20