Se qualcuno morde il freno
con aria gentile
se non lascia spazio all’incertezza
se altro non c’è che quello,
trattengo il respiro
neanche fossi in apnea
tra i flutti impregnati di nulla.
Il vuoto mi spaventa,
non il silenzio che impera,
il vuoto dell’assenza.
Dove il desiderio,
l’ingenuità di un barlume,
un nervo scoperto o da scoprire?
Dove la paura di provare,
mescola di curiosità ritrovata e
l’incedere lesto come di libertà?
Le domande non sorgono più,
men che meno le risposte,
allontanare piuttosto questo gravame,
che il lutto non si può cancellare,
senza tirar via le croste,
nella distanza tra me e l’altro me
il segreto della vita,
solo mia e di chi ci crede.
Non mi stupirò…