In questo periodo mi trovo a Catania per le vacanze natalizie. Mi riposo, sto con la mia famiglia, vediamo qualche amico, passeggiamo per la città. E mi sono detto “Perché non dedicare un pensiero per Catania”.
E’ ormai passato il tempo della rabbia per una città che non vedo mai troppo cambiata da un anno all’altro, ma è rimasto il desiderio di dedicare qualche riflessione a ciò che vedo attorno a me.
Librerie
Mi sono sempre domandato perché mi piacessero le librerie a Catania, e quanto mi addolorasse vederne sparire una ogni tanto, penso di aver capito: le librerie sono spesso luoghi belli, dove una volta entrati, è come trovarsi in un altro luogo, diverso da quello che hai lasciato alle spalle. Io ho questa fissa dei luoghi belli, luoghi dove regna una forma di armonia che restituisce serenità e inspira a essere persone migliori, a non avere voglia di andarsene, a costruire lì il proprio futuro. Quindi viva le librerie a Catania, nei miei giri a Catania di questi giorni, ho incontrato le seguenti, non esaustive e che completerò prossimamente:
- Libreria Fenice – Via Garibaldi 133 (095 723 4842)
- Libreria Cavallotto – Corso Sicilia, 91 (095 310414) –
Viale Jonio, 32 (095 539067) - Libreria Prampolini – Via Vittorio Emanuele 333 (095 321099)
- Libreria Bonaccorso – Via Etnea 20-22 (095 321737)
- Catania Libri – Viale Regina Margherita 2H (095 9890486)
- Libreria La Paglia – Via Etnea 393 (095 446640)
- Libreria Vicolo Stretto – Vicolo Santa Filomena 38 (095 296 2587)
- La Feltrinelli – Via Etnea 285 (095 3529001)
- Mondadori Bookstore – Piazza Roma 18 (095 7169610)
Catania 2030
Sul quotidiano La Sicilia c’è oggi un inserto con interviste a esponenti della cultura, politica, imprenditoria, etc. chiedendo un loro punto di vista su Catania, con l’obiettivo di delineare la Catania del 2030.
Riflettevo su questo spunto e mi veniva in mente che per avere una Catania nel 2030 diversa da quella di oggi il primo punto dovrebbe riguardare la scuola dove crescere bambini e ragazzi che provino a fare, sbagliare e imparare
Questi bambini e ragazzi (e poi adulti) dovrebbero così imparare ad avere in mente una città dove camminare meno con le auto e più a piedi e con mezzi pubblici funzionanti e sviluppati e frequenti, dove la legalità potesse essere per loro un principio intimo.
Non dovrebbero più utilizzare tutto a sbafo, ma capire che i servizi si pagano perché perché solo pagando tutti il dovuto, ci sia un ritorno reale per tutti. In città si dovrebbe di costruire da nuovo provvedendo a ristrutturare gli stabili esistenti rendendoli migliori e più belli, e questi nuovi abitanti dovrebbero camminare per le strade e sentirsi felici della bellezza attorno.
Turismo
Catania così potrebbe essere non solo un luogo turistico (e ci mancherebbe altro, Catania è una città con una mole enorme di possibili attrazioni, ma oggi è solo una fruizione troppo rapida e quasi ladresca), ma anche una meta dove andare a vivere a lungo termine perché si sta bene e si potrebbe anche stare meglio.
Ne potrei anche dire molte altre sulla Catania del 2030, ma la verità è che bisognerebbe semplicemente cambiare punto di vista e capire se quello che si è sempre fatto sia semplicemente uno stallo dal quale uscire, spesso perché la zona di comfort è così comoda che non vale la pena fare altro, ma nel frattempo noi ci siamo induriti intorno a un nocciolo ormai sterile, non alimentando alcuna possibilità di sorprenderci altrimenti.